Sprint imperiale di Cavendish
Finale più bello non poteva esserci nella meravigliosa storia di Mark Cavendish al Giro d’Italia. Il fortissimo velocista britannico ha infatti primeggiato sul traguardo di Roma aggiudicandosi la frazione conclusiva della corsa rosa 2023, l’ultima della sua eccellente carriera. Mark ha superato le difficoltà altimetriche del Giro e dopo tre settimane non troppo brillanti, ha trovato le energie per trionfare nel contesto migliore.
Oggi non ha vinto, ha stravinto, leggendo meglio degli altri le caratteristiche del rettilineo finale e sprigionando in accelerazione quella potenza che lo ha reso uno dei velocisti più forti del nuovo millennio. Il tributo di pubblico ed avversari testimoniano la grandezza di Cavendish e il rispetto che questo campione si è meritato nel corso della sua vita sportiva. Chapeau!
Al 2° posto il lussemburghese Alex Kirsch seguito dagli azzurri Filippo Fiorelli ed Alberto Dainese. Niente da fare per il colombiano Fernando Gaviria e per l’italiano Jonathan Milan che può comunque consolarsi con la conquista della maglia ciclamino!
Trionfo finale per Roglic
E’ stato il giorno di Mark Cavendish ed è stato ovviamente ancora di più il giorno di Primoz Roglic che dopo essersi goduto la meritata passerella per le strade della capitale, ha vestito la maglia rosa più importante, quella decisiva, festeggiando il trionfo finale. Le impegnative pendenze del Monte Lussari avevano espresso nella tappa di ieri il verdetto definitivo, la meravigliosa Roma ha rappresentato invece la cornice migliore in cui certificare il successo.
Nella classifica finale Roglic ha preceduto di 14” Geraint Thomas (quinto corridore britannico a salire sul podio al Giro) e di 1’15” Joao Almeida (primo portoghese nella storia della corsa rosa a piazzarsi tra i migliori tre). Al 4° posto con un distacco di 4’40” l’azzurro Damiano Caruso, poi il francese Thibaut Pinot (5° a 5’43”), poi a completare la top ten l’olandese Arensman, l’irlandese Dunbar, il norvegese Leknessund e il tedesco Kämna.
In totale 125 i corridori che hanno portato a termine l’edizione numero 106 del Giro d’Italia.
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Cavendish porta a 17 le vittorie al Giro
La favola di Mark Cavendish al Giro d’Italia si è conclusa con il miglior lieto fine possibile. Il britannico, che in stagione non aveva ancora raccolto soddisfazioni, ha infatti collezionato il 17° successo di tappa alla corsa rosa, in un percorso iniziato addirittura nel 2008. A 15 anni e 15 giorni di distanza dalla prima volta, Mark ha messo a segno un’altra splendida gemma, sicuramente tra le più belle della sua spettacolare collezione.
Ecco le 17 tappe vinte da Cavendish al Giro:
- nel 2008 a Catanzaro e Cittadella
- nel 2009 a Milano, Arenzano e Firenze
- nel 2011 a Teramo e Ravenna
- nel 2012 a Herning, Fano e Cervere
- nel 2013 a Napoli, Margherita di Savoia, Treviso, Cherasco e Brescia
- nel 2022 a Balatonfured
- nel 2023 a Roma
I record di Cavendish
Dal primo acuto di Cavendish alla corsa rosa fino a quello odierno sono trascorsi ben 15 anni e 15 giorni. Un primato assoluto che va a migliorare quello precedentemente firmato dall’azzurro Gino Bartali: 15 anni e 9 giorni trascorsi tra le vittorie centrate a L’Aquila nel 1935 e a Bolzano nel 1950.
Con le 17 vittorie parziali al Giro d’Italia il campione britannico ha staccato Raffaele Di Paco e Guido Bontempi e raggiunto al 14° posto della graduatoria all-time Gino Bartali e Adolfo Leoni.
Mark è tra l’altro diventato il vincitore di tappa meno giovane nella storia del Giro, a 38 anni e 7 giorni, battendo il precedente primato che apparteneva all’azzurro Paolo Tiralongo che il 17 maggio 2015 si era imposto a San Giorgio del Sannio all’età di 37 anni, 10 mesi e 9 giorni.
Negli strabilianti numeri di Cavendish, salito tra l’altro sul podio alla corsa rosa in 24 circostanze, non possono essere dimenticati i 54 successi di tappa complessivi nei tre Grandi Giri, comprese le 34 affermazioni al Tour de France e le 3 alla Vuelta di Spagna.
Sono 34 le vittorie firmate dalla Gran Bretagna al Giro d’Italia nel nuovo millennio.
Il trionfo di Roglic
Festa grande per Primoz Roglic che dopo aver ribaltato la classifica sul Monte Lussari ha coronato il sogno rosa diventando il primo sloveno di sempre a vincere il Giro d’Italia. Salito sul gradino più alto di quel podio che già lo aveva visto protagonista nel 2019, edizione conclusa al 3° posto, è diventato tra l’altro il 14° nella storia del ciclismo ad aggiudicarsi 4 Grandi Giri, dopo il tris alla Vuelta di Spagna (nel 2019, 2020 e 2021). In testa alla speciale classifica il “cannibale” belga Eddy Merckx a quota 11, mentre con 4 assieme a Roglic ci sono l’azzurro Nibali, lo spagnolo Heras e lo svizzero Rominger. Niente male!
La Slovenia è la 17ª nazione a vincere la corsa rosa, mentre i 14 secondi che separano Roglic da Thomas sono un gap esiguo, ma non rappresentano il divario minore tra 1° e 2° della classifica generale. Il primato in questo senso è relativo all’edizione del 1948 quando Fiorenzo Magni precedette di 11” Ezio Cecchi. Celebri anche i 12” con cui nel 1974 Merckx si impose su Gianbattista Baronchelli, così come i 13” grazie ai quali nel 1955 sempre Fiorenzo Magni trionfò davanti a Fausto Coppi.
Roglic è tra l’altro salito a quota 9 vittorie stagionali in gare UCI World Tour (nessuno come lui fin qui nel 2023) e si è tra l’altro aggiudicato nell’arco di pochi mesi Tirreno-Adriatico e Giro d’Italia. L’ultimo a firmare la prestigiosa accoppiata era stato l’azzurro Vincenzo Nibali nel 2013.
Le altre curiosità di giornata
Filippo Fiorelli ha regalato all’Italia il 15° podio di tappa in questa edizione del Giro, mentre sommando anche il 4° posto odierno di Alberto Dainese e quello di Damiano Caruso nella classifica conclusiva della corsa rosa i piazzamenti complessivi in top ten dei ciclisti azzurri sono diventati 64 (contando anche i successi parziali di Milan, Bais, Danese e Zana).
Cavendish, con la volata vincente di Roma, ha regalato alla Gran Bretagna la prima affermazione al Giro 2023. Sono così diventate 12 le nazioni ad aggiudicarsi tappe in queta edizione e si tratta del record eguagliato per ciò che concerne il nuovo millennio. Solo nel 2017 si era infatti verificato un numero così alto di paesi a bersaglio.
L’Italia a quota 4 è la nazione con più successi in questa corsa rosa, ma per il movimento azzurro si tratta anche del secondo bottino più magro del nuovo millennio. Peggio era andata solo nel 2017 quando l’unico sigillo fu firmato da Vincenzo Nibali a Bormio.
Joao Almeida ha vinto la maglia bianca di miglior giovane, Jonathan Milan quella ciclamino della classifica a punti e Thibaut Pinot si è imposto nella graduatoria per scalatori portando a casa la maglia azzurra.