Sono stati soltanto 6 i successi collezionati da corridori extra-europei nelle 105 edizioni individuali del Giro d’Italia che si sono disputate dal 1909 al 2023. Il primo in assoluto fu quello ottenuto dallo statunitense Andrew Hampsten nel 1988 (davanti all’olandese Erik Breukink e allo svizzero Urs Zimmermann), l’unico tra l’altro maturato nel vecchio millennio.
Le altre 5 affermazioni di ciclisti extra-europei alla corsa rosa si sono verificate dal 2012 al 2022, mentre le ultime 3 sono addirittura concentrate nelle ultime 5 edizioni. Le uniche eccezioni si sono verificate in questo senso nel 2020 quando ad imporsi fu il britannico Tao Geoghegan Hart e nel 2023 quando ad aggiudicarsi la corsa rosa è stato lo sloveno Primoz Roglic. Ad inaugurare la serie di trionfi esterni rispetto al Vecchio Continente furono gli Stati Uniti, poi è stata la volta di Canada, Colombia, Ecuador ed Australia.
Sono 3 quindi i continenti rappresentati nell’albo d’oro del Giro d’Italia (Europa, America e Oceania), mentre mai nelle prime 105 edizioni individuali hanno primeggiato corridori provenienti da Asia e Africa.
I ciclisti extra-europei che hanno vinto il Giro d’Italia
Ecco nel dettaglio i corridori extra-europei che hanno vinto la corsa color Gazzetta e le rispettive nazioni di appartenenza:
- lo statunitense Andrew Hampsten nel 1988;
- il canadese Ryder Hesjedal nel 2012;
- i colombiani Nairo Quintana nel 2014 ed Egan Bernal nel 2021;
- l’ecuadoriano Richard Carapaz nel 2019;
- l’australiano Jai Hindley nel 2022.
Storia del Giro d’Italia: alcuni primati
Considerando le 105 edizioni individuali della corsa rosa disputate dal 1909 al 2023, l’Italia domina la graduatoria per nazioni con 68 affermazioni e 205 podi totali. Al secondo posto il Belgio con 7 successi, poi la Francia con 6 e la Spagna con 4. Con il trionfo ottenuto lo scorso anno dallo sloveno Primoz Roglic sono diventati 17 i paesi a conquistare almeno un successo nella storia del Giro d’Italia.
La classifica individuale per numero di vittorie alla corsa rosa vede al comando tre miti del ciclismo mondiale: gli azzurri Alfredo Binda (1925, 1927, 1928, 1929 e 1933) e Fausto Coppi (1940, 1947, 1949, 1952 e 1953) e il belga Eddy Merckx (1968, 1970, 1972, 1973 e 1974) hanno infatti dettato legge al Giro d’Italia per 5 volte a testa. A quota 3 affermazioni il francese Bernard Hinault e gli atleti di casa Giovanni Brunero, Gino Bartali, Fiorenzo Magni e Felice Gimondi.
Gimondi è il primatista assoluto per numero complessivo di podi, ben 9: le vittorie conquistate nel 1967, nel 1969 e nel 1976, i secondi posti centrati nel 1970 e nel 1973 (sempre alle spalle di Merckx) e i terzi posti ottenuti nel 1965, nel 1968, nel 1974 e nel 1975.
Italia: la miglior striscia vincente e il digiuno più lungo
Tra le 6 nazioni che vantano almeno 3 vittorie nella storia del Giro d’Italia il digiuno più lungo è del Belgio che non si aggiudica la corsa color Gazzetta da 45 anni e cioè dal successo centrato da Johan De Muynck nel 1978. Per l’Italia, in trionfo l’ultima volta con Nibali nel 2016, i 7 anni di fila senza festeggiare rappresentano il record negativo nella storia della competizione.
La striscia migliore fatta registrare dal ciclismo azzurro dal secondo dopo guerra ad oggi resta invece quella che va dal 1997 al 2007, periodo caratterizzato da ben 11 affermazioni consecutive: due a testa per Ivan Gotti, Gilberto Simoni e Paolo Savoldelli, una per Marco Pantani, Stefano Garzelli, Damiano Cunego, Ivan Basso e Danilo Di Luca.